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Factory Tour Gigabyte

 
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trascrizione
Factory Tour in una delle fabbriche di Gigabyte, per vedere come nascono le schede video e le schede madri del noto produttore taiwanese.

Alta tecnologia ma anche molto fattore umano, quello impegnato nella realizzazione di apparecchiature elettroniche per il mondo desktop e server.


Categoria: Hardware
Data pubblicazione: 06/10/2008

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Siamo a Taiwan, presso una delle sedi di Gigabyte, per scoprire come nascono schede video e schede madri che equipaggiano normalmente i PC del giorno d'oggi. La visita all'azienda ci ha infatti permesso di dare un'occhiata alle linee produttive, che si è rivelata davvero interessante.

Esercita sempe un certo fascino scoprire come venogno prodotti gli oggetti che ci circondano ed in che modo si sia arrivati a realizzarli in maniera veloce ed economicamente vantaggiosa. Non fa eccezione il mondo dell'elettronica, per sua natura soggetto a continui cambiamenti dovuti all'evoluzione tecnologica.

A stupire è quella che a prima vista appare come una contraddizione, ovvero la presenza di file di molti operai che svolgono operazioni semplici, alternate a macchinari ad elevata automazione in grado di effettuare saldadure, piazzare componenti e via dicendo, il tutto ad una velocità impressionante.

Viene da chidersi perché ci siano passaggi altamente automatizzati ed altri svolti interamente a mano, e perché non esista una macchina anche per questo tipo di operazioni apparentemente banali.

L'automazione ha più di un limite. Se da una parte è possibile attraverso la macchina velocizzare anche di 100 volte il posizionamento di componenti molto piccole, dall'altra l'uomo è dotato di una flessibilità mentale ben maggiore di una macchina.

E' normale, in campo informatico, assistere alla nascita di nuovi prodotti con una frequenza molto elevata, siano essi schede madri o schede video. Spesso i cambiamenti sono minimi, oppure richiedono il semplice spostamento di alcune parti e la sostituzione di poche altre.

Pensare di avere una catena interamente ottimizzata da riprogrammare completamente ad ogni minimo cambiamento è impensabile. Ecco dunque che l'automazione si fa carico di quelle operazioni che fanno da base o che comunque richiederebbero troppo tempo se svolte a mano. Per tutto il resto, come il posizionamento di componenti che vanno posizionati diversamente a seconda dei modelli, applicazione di adesivi, testing e dotazione risulta più conveniente ricorrere all'uomo. La macchina poi penserà a saldare con un bagno di stagno le componenti così posizionate, evitando pericolosi contatti da parte dell'uomo con materiale molto caldo. Sempre a carico degli operai gli ultimi controlli, alla ricerca di imperfezioni a cui porre rimedio manualmente.

La produzione vera e propria però non è certo tutto. Una grande importanza viene data al controllo qualità, effettuato o a campione (circa 5 modelli ogni 100 per i prodotti desktop) oppure singolarmente, come per quelli destinati ai server.

Alla fine della catena produttiva e di controllo non rimane che inscatolare i prodotti, aggiungere la dotazione hardware e software e impoacchettare in tutto in grandi scatoloni, in partenza per tutti i mercati mondiali.
 
 

Commenti (26)

Commento # 21 di: 3O3O pubblicato il 14 Ottobre 2008, 14:27
Originariamente inviato da: C4P1_B0S5
Alessandro Bordin ti prego!!! Non farmi sentire più quello scempio di parola! (ghigabyte)
Si dice GIGABYTE!!! Con la "G" PALATALE!!!
Non gutturale come la pronunci tu!!!
Ti prego fammi questo favore!!
Per il resto sei sempre un professionista. Continua così! ;-)

Non vorrei smorzare il tuo entusiasmo, ma Bordin ha pronunciato bene..
Si dice GHIGABAIT.
Commento # 22 di: C4P1_B0S5 pubblicato il 18 Ottobre 2008, 20:14
3030 non vorrei contraddirti... ma qui in Italia, (a parte alcune rare eccezioni) non ho mai sentito nominare le case stranienre con la pronuncia straniera.... vedi (AMD, ATI, IBM, nVidia, MSI, Acer) così come alcuni standard vedi (SCSI, IDE...) potrei farti innumerevoli esempi...
Quindi non vedo perchè GIGABYTE debba fare eccezione, ammesso che la faccia, perchè non ho MAI, e dico mai, sentito nominare (ghigabait) nemmeno da inglesi...
Commento # 23 di: ArteTetra pubblicato il 20 Ottobre 2008, 21:36
Originariamente inviato da: C4P1_B0S5
3030 non vorrei contraddirti... ma qui in Italia, (a parte alcune rare eccezioni) non ho mai sentito nominare le case stranienre con la pronuncia straniera.... vedi (AMD, ATI, IBM, nVidia, MSI, Acer) così come alcuni standard vedi (SCSI, IDE...) potrei farti innumerevoli esempi...
Quindi non vedo perchè GIGABYTE debba fare eccezione, ammesso che la faccia, perchè non ho MAI, e dico mai, sentito nominare (ghigabait) nemmeno da inglesi...

D'accordissimo con te, ghigabait è fastidioso da sentire, e gli esempi che porti sono ottimi (nessuno dice ei-ti-ai, ai-di-i, ...).

Però la pronuncia inglese è proprio quella, se non l'hai mai sentita vuol dire che non l'hai mai ascoltata...

Qualche esempio? Bè, il vecchio Steve durante la presentazione dei suoi nuovi giocattoli è il migliore, direi. Oppure, guarda qualunque recensione di una mobo Gigabyte su YouTube.

Ti meriti questo:

Commento # 24 di: C4P1_B0S5 pubblicato il 10 Novembre 2008, 12:58
Hai ragione .
Ho verificato(da varie fonti), e ho visto che preferiscono dire (ghigabait) . Ciò non toglie, come confermi anche tu, che sia bruttissimo da sentire.. almeno qui in Italia...
Colgo l'occasione per chiedere umilmente perdono ad Alessandro Bordin per l'eccessiva foga con cui ho fatto la mia richiesta, che cmq è ancora valida!
Commento # 25 di: kevindavidmitnick pubblicato il 12 Novembre 2008, 18:26
waoo
Commento # 26 di: croccanterock pubblicato il 15 Novembre 2008, 07:46
Un campione è quindi una macchina che un dipendente ha avuto cura di verificare il corretto posizionamento, la saldatura dei componenti. Le macchine erano gli stessi, e sono state effettuate le stesse cose. I lavoratori che vi lavorano, spesso cambiando ruolo.
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