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Aliens Colonial Marines: videoarticolo

 

Aliens Colonial Marines: videoarticolo

Videoarticolo costruito con immagini catturate dalla versione PC di Aliens Colonial Marines.
Data pubblicazione: 21/02/2013 nella categoria: Videogiochi

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Nel 2006 Sega annunciava di aver raggiunto un accordo per lo struttamento in chiave videoludica di Alien e che l'accordo si sarebbe materializzato innanzitutto in uno shooter e in gioco di ruolo. Gearbox Software prese in carica lo sviluppo del primo dei due progetti, che però poi si sarebbe arenato nel 2008. Si tornò a parlare di Aliens Colonial Marines nel 2011, con una roboante presentazione in uno dei game show. Ma tutti questi ritardi, gli abbandoni e le riprese fanno in modo, come vedremo, di avere un videogioco approssimativo sul piano tecnico e insufficiente per quanto riguarda le meccaniche di gioco.

Aliens Colonial Marines è ambientato 17 settimane dopo quello che è ancora oggi riconosciuto come uno dei principali capolavori del genere di fantascienza in tutta la storia del cinema, ovvero Aliens Scontro Finale (1986). La nave spaziale di classe Conestoga Uss Sephora capta una richiesta di assistenza del caporale Hicks, ma al suo arrivo, l'equipaggio scopre subito che qualcosa è andato storto. La Uss Sulaco, cioè la nave sulla quale erano imbarcati Ellen Ripley, Hicks e Newt, è tornata ad orbitare il pianeta LV-426 invece del pianeta Fury-161, come avrebbe dovuto. I marines della Sephora perlustrano la nave e cominciano a scoprire un mistero di cui sembra implicata anche la multinazionale Weyland-Yutani. I marines, quindi, devono scoprire il perché dell'attacco così aggressivo della multinazionale, mentre il focus dello scontro si sposta proprio sugli umani piuttosto che sugli xenomorfi.

Purtroppo fin dai primi momenti di gioco si nota come Gearbox Softwrae abbia seguito l'approccio già usato per Duke Nukem Forever. Si nota una certa disattenzione nell'affinare alcune componenti, oltre che il riutilizzo di vecchi asset. La principale meccanica del gameplay riguarda lo sfruttare le tante coperture che ci sono nei vari ambienti sulle navi spaziale, in modo da proteggersi dal fuoco dei soldati della Weyland-Yutani. Bisogna premere sul tasto per accovacciarsi per iniziare a beneficiare della copertura, anche se il personaggio non si aggancerà mai, in maniera pre-determinata, alla protezione.

Il giocatore più rapido e abile, però, può anche fare a meno delle coperture, e continuare a sparare muovendosi velocemente e aggirando gli attacchi dei nemici. Il giotore dispone di una saldatrice con la quale può aprire delle porte bloccate: durante questa operazione è sottoposto al fuoco del nemico, per cui va adeguatamente ricoperto. Si possono piazzare, in alcuni specifici livelli di gioco, delle torrette in maniera strategica, in modo da aumentare la capacità di fuoco contro umani e xenomorfi.

Non poteva mancare, ovviamente, il famoso rilevatore di movimento, tipico della saga di Alien. Si, proprio quello che emette l'indimenticabile beep quando delle creature sconosciute stanno avanzando verso la propria posizione. Questo espediente, come sempre nei giochi su Alien, produce effettivamente un po' di tensione e di coinvolgimento nel giocatore, ma siamo sempre su livelli piuttosto blandi.

Alcuni elementi del lore di Alien sono comunque confermati. Abbiamo gli xeno più famosi, come Spitter, Regine e Stringifaccia, e abbiamo l'arsenale tipico della serie con fucili a impulso, fucili automatici, lanciarazzi e l'intramontabile lancifiamme, ancora una volta devastante.

L'intera esperienza single player può essere rivissuta insieme agli amici, fino a un massimo di quattro giocatori per ogni sessione di gioco. Si tratta del sistema drop in drop out, visto che ciscun giocatore può inserirsi nella partita in qualsiasi momento e lasciarla quando vuole. Si può fare il matchmaking per ogni livello della campagna sbloccato, e decidere se giocare con utenti generici di Aliens Colonial Marines o se limitare il matchmaking ai soli amici che si trovano nella relativa lista su Steam.

C'è poi tutto il mondo del multiplayer competitivo, definito Versus. Si tratta di un multiplayer fortemente asincrono, nel senso che si gioca come marine o come xenomorfi con ripercussioni evidenti sugli equilibri di gioco, le caratteristiche di gameplay e l'efficaca dell'alter ego impersonato. Sostanzialmente gli xeno sono molto rapidi nei movimenti, ma estremamente fragili al fuoco del nemico. Possono aggrapparsi a qualsiasi parete, cambiando la prospettiva sulla partita, ma in ogni caso devono attaccare in maniera tattica e stare sempre in gruppo. Da solo un Alien non ha quasi nessuna possibilità contro un marine.

Gli Alien devono avvicinarsi velocemente ai marine, evitando il loro fuoco, e poi affrontarli nel combattimento ravvicinato. A seconda della tipologia alla quale appartengono hanno a disposizione delle abilità differenti. In Acm abbiamo Soldier, Spitter e Lurker, rispettivamente con abilità speciale infilzata, colpo rapido e salto. Ma una delle cose più divertenti in assoluto del nuovo gioco di Gearbox Software riguarda proprio la possibilità di personalizzare le classi, e questo non vale solamente per i marine, ma anche e soprattutto per gli xeno.

Se nel primo caso abbiamo personalizzazioni classiche, ad esempio al loadout o all'equipaggiamento, nel secondo si possono combinare parti del corpo di xeno differenti e avere una propria creatura più o meno unica. Inoltre, una volta che sono state sbloccate, delle abilità specifiche possono essere combinate alle creature così realizzate. Ad esempio, sarà possibile usare una poderosa randellata o la pioggia acida, che permette di colpire i marine dalla distanza. Dunque, le progressioni e la personalizzazione risultano separate tra marine e Alien.

Aliens Colonial Marines, in definitiva, è deludente perché innanzitutto fallisce nell'obiettivo di qualsiasi gioco su Alien: ovvero catturare l'atmosfera dei film originali e conferire 'personalità' agli xenomorfi. Ma poi ci sono pochissime meccaniche di gameplay e per dare al giocatore un po' di sfida gli sviluppatori hanno dovuto ammassare diversi xeno, e mettere gli umani proprio perché i singoli xeno sono troppo deboli e incosistenti contro il fuoco dei giocatori.

Molto approssimativo anche il comparto tecnico. Se da una parte l'assenza di effetti in post-processing può essere vista come una cosa positiva da coloro che amano soprattutto la pulizia nella grafica, le animazioni sono proprio anacronistiche, assolutamente non fedeli e non credibili.

I limiti al comparto tecnico e all'intelligenza artificiale, livelli di gioco sempre uguali, lo scarso carisma degli xeno, il riutilizzo di vecchi asset e il gemaplay di vecchia concezione, in definitiva, ci inducono a sconsigliare l'acquisto di Aliens Colonial Marines.

 
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